7° seminario
Antonio Rosmini e Luigi Sturzo, cattolici per la libertà
prof. Bruno Bordignon - Università Pontificia Salesiana di Roma
8 marzo 2013 - Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro
Antonio Rosmini e Luigi Sturzo vanno annoverati tra i maggiori esponenti del liberalismo cattolico e tra coloro che, restando fedeli ai Vangeli, hanno cercato di armonizzarsi la fede in Cristo e una rigorosa difesa dell’autonomia dei singoli e del mercato.
Rosmini (1797-1855): liberalismo e diritto
Il problema fondamentale nel diritto, aperto con Lutero, sviluppato con la Rivoluzione Francese e Napoleone, e accolto nel Regno Sardo-Piemontese dal 1848 è la statizzazione del diritto. Riporto due tesi: a) la proposizione 39 del Sillabo condanna: «lo stato, come origine e fonte di tutti i diritti, gode di un diritto tale che non ammette confini». b) Secondo Rattazzi «lo Stato è la fonte esclusiva di tutti i diritti, della persona e dei corpi sociali, compresa la Chiesa, e ha il potere di revocare o sopprimere tutti i diritti della persona e dei corpi sociali, i quali si trovano così definiti dal potere dello Stato stesso». Di fronte a queste tesi, Rosmini afferma: «la persona dell’uomo è il diritto sussistente». è un’affermazione liberale per eccellenza: la persona è la fonte del diritto, non lo Stato, poiché la persona è pure la morale sussistente, senza della quale non è possibile la convivenza civile. Le leggi dello Stato non sono il diritto, ma disposizioni per difendere e salvaguardare il diritto delle persone. Senza la persona come morale e diritto sussistente si perviene al relativismo giuridico e morale con la distruzione del fondamento della convivenza civile. Fridrich A. von Hayek è pervenuto a questa visione soprattutto con l’ultima sua opera, La Presunzione fatale (1988), mentre Alexis de Tocqueville sosteneva questa tesi a Parigi nel discorso pronunciato alla Camera dei Deputati il 17 gennaio 1844.
Sturzo (1871-1959): liberalismo, economia e libertà delle scuole
Un problema fondamentale del liberalismo è la libertà economica e la difesa del mercato. Su questo punto è interessante lo scontro tra Luigi Sturzo e Giorgio La Pira (1904-1977), lo statalista della povera gente: «La Pira pensava che i problemi del nostro Paese si sarebbero risolti ponendo “la totalità del sistema finanziario in mano allo Stato” [… Il 15 maggio 1954 su “il Giornale d’Italia”] Sturzo ribadisce: “la soppressione della libertà economica comporta presto o tardi la perdita delle altre libertà; dissi e ripeto che la libertà è totale o non è libertà” […] “Lo Stato è per definizione inabile a gestire una semplice bottega di ciabattino” (11 maggio 1951)». E sulla scuola: «La libertà in un paese è unica e indivisibile. Non si meraviglino amici e avversari se io ripeto qui quel che in pubblico e in privato vado scrivendo e dicendo a tutti: finché la Scuola in Italia non sarà libera, neppure gl’italiani saranno liberi». Lo Stato deve intervenire con leggi generali di mera condotta e negative, per difendere l’imprenditorialità dei cittadini (Hayek). Epistemologicamente, ha sostenuto Popper, esiste un’asimmetria tra argomentazione falsificante e argomentazione falsificante. Per falsificare è sufficiente anche un solo caso negativo. Positivamente non siamo mai in possesso di una conoscenza definitiva. Pertanto sono le persone che devono decidere della propria vita, non lo Stato, perché coloro che sono al governo non possono disporre delle conoscenze necessarie e non possono rischiare per le persone, che sole sono sovrane. Con il monopolio statale dell’istruzione, voluto da Lutero, siamo pervenuti all’imposizione di un progetto di apprendimento statale a tutti i cittadini, manipolando la vita e l’imprenditorialità di ognuno.
Il prof. Bruno Bordignon ha conseguito il dottorato di ricerca in Teologia presso l’Università Pontifica Salesiana e la laurea in Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma. Dal 1987 si è occupato delle Scuole Salesiane d’Italia. Dal 2005 al 2012 è stato Visiting presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Salesiana. Dal 2012 è membro dell’Istituto Storico Salesiano e capo-redattore della rivista Ricerche Storiche Salesiane. Ha fatto parte del Gruppo di lavoro ministeriale per la valutazione (2001-2002), del Comitato Tecnico Scientifico dell’INVALSI (2002-2004) e del Working Group interdisciplinare presso il Centro Studi dell’Invalsi, del Comitato Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario, e del gruppo di lavoro per l’individuazione degli indicatori di efficacia per l’accreditamento dei corsi di studio (2009). È membro del Comitato Scientifico e Senior Fellow del Centro Tocqueville-Acton. È autore di numerosi saggi, monografie e libri.