4° seminario
Lo Stato e la legge di gravità del potere
prof. Alessandro Vitale - Università degli Studi di Milano
21 febbraio 2014 - Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro
Uno dei fenomeni più macroscopici nello studio della realtà della politica e dello Stato è quello della tendenza del potere politico ad autoaccrescersi e a espandersi indefinitamente, fino a che non incontri ostacoli.
Questa inesorabile realtà, rilevata nel corso di molti secoli da innumerevoli studiosi della politica, è l’altra faccia della medaglia della tendenza del potere all’abuso. Si tratta di un fenomeno talmente ricorrente che consentirebbe di definirlo addirittura – se non fosse così precario e incerto lo statuto conoscitivo delle “scienze umane, politiche e sociali” - una vera e propria “legge”, con la quale si è costretti a fare i conti. Soprattutto negli ultimi due secoli, nei quali la concentrazione e la centralizzazione del potere politico nello Stato moderno hanno creato un’autentica macina che tritura ogni diritto individuale, ogni libertà, ogni tentativo di porre limiti efficaci all’espansione del potere politico. Quest’ultimo, infatti, è dilagato fra Ottocento e Novecento in ambiti della cooperazione sociale che non aveva neanche una volta occupato nelle epoche precedenti. Tale legge, che potrebbe essere definita “di gravità del potere”, non è mai stata compiutamente sistematizzata in forma teorica in discipline che preferiscono occuparsi di temi molto meno impegnativi e inquietanti.
Tuttavia, le conseguenze della sua manifestazione, negli ambiti dominati dal potere politico, sono molto reali e creano, soprattutto alla lettura liberale della realtà della politica, del potere e dello Stato, difficoltà ingenti, dato che gli strumenti pensati per secoli per porre freni al dilagare del potere politico sono con ogni evidenza falliti: da quelli del Costituzionalismo, a quello della legge impersonale e astratta, al rule of law, alla formula dello “Stato di diritto”, alla divisione funzionale e persino “areale”, spaziale (Federalismo) del potere sovrano. Lo Stato moderno stesso è risultato pesantemente deformato nelle sue premesse ideologiche e programmatiche proprio da questa travolgente tendenza e oggi a essa continuano ad essere contrapposti palliativi e formule, come ad esempio quella democratica, che anziché contenere il manifestarsi di quella legge non fanno che alimentarne l’attività e le distruttive conseguenze.
Esistono possibilità per contrastarla? La chiave probabilmente sta nel fatto che lo Stato moderno è stato un’eccezione nella storia e non la regola
Il prof. Alessandro Vitale insegna Analisi della Politica Estera/Politica Estera Comparata e Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Ha insegnato in molte Università, anche straniere, e tenuto conferenze in Università inglesi e statunitensi. È stato ricercatore e resp.Osservatorio sull’Europa Centr. e Orient. dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI, Milano) e del Non Governmental Peace Strategies Project, dir. dall’Amb. G. Picco (ONU). Già free lance correspondent di Radio Free Europe/Radio Liberty (Praga), è stato allievo e ha collaborato con Gianfranco Miglio nelle ricerche condotte sulla teoria federale. Ha pubblicato, tra l’altro, I Concetti del Federalismo (1995), L’Unificazione impossibile (2000), El Primer Israel (Buenos Aires, 2007), La Russia postimperiale (2009), L’Europa alle frontiere dell’Unione (2010) e diversi altri lavori. Il 27 agosto 2010 ha ricevuto a Soverato il Premio Internazionale Liber@mente.