7° seminario
10 marzo 2017 - Università "Magna Graecia" di Catanzaro

Al 7° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2017 è intervenuto il prof. Andrea Porciello dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, che ha svolto il tema: “La teoria di Lon L. Fuller e quella di Bruno Leoni”.
Il seminario, tenuto come di consueto presso l’ateneo Catanzaro, è stato introdotto da Sandro Scoppa, presidente della Fondazione organizzatrice, il quale ha innanzi tutto tratteggiato gli aspetti più rilevanti della vita e delle opere dei due pensatori: Lon L. Fuller, docente ad Harvard, annoverato tra i maggiori teorici del diritto americani della sua generazione, e Bruno Leoni, che è stato tra i più importanti studiosi liberali italiani e ha goduto di una grandissima fama a livello internazionale. Entrambi - ha ancora rilevato l’avvocato Scoppa - hanno mostrato come il diritto sia in larga misura il frutto di un processo di negoziazione, al cui interno svolgono un ruolo essenziale i mercati, i proprietari, i titolari di attività, e così via.
Ha quindi svolto la sua relazione il prof. Andrea Porciello, il quale si è inizialmente soffermato sulla figura dello studioso americano e sulla sua teoria giuridica. L’obiettivo della presentazione è stato quello di evidenziare le ricadute politiche e di delineare il particolare liberalismo di cui Fuller si è reso portatore. Il relatore ha poi messo in evidenza i forti punti di convergenza tra l’impostazione di Fuller e quella di Bruno Leoni, entrambi convinti che il diritto sia un fenomeno che nasce per rispondere ad esigenze della convivenza sociale, e non un mero esercizio formale da sovrapporre ai bisogni dei cittadini. La trattazione si è conclusa con un tentativo di critica di tale impostazione. Il professor Porciello ha condiviso sul piano teorico la trama entro cui Fuller e Leoni, si sono mossi, ma ha scorto in essa un eccessivo coefficiente di ottimismo. Si è riferito all’impossibilità di farne un reale progetto politico, perché l’idea di un sistema giuridico che nasca dal basso, che risponda cioè alle variabili esigenze degli attori sociali, non costituisce sempre una condizione desiderabile, soprattutto nei momenti di crisi culturale ed economica. Si tratta di osservazioni che, da un punto di vista squisitamente liberale, David Hume avrebbe contraddetto. Ma la discussione rimane ovviamente aperta.
L’interessante dibattito finale, alimentato dalle riflessioni e dalle domande dei partecipanti, alle quali hanno fatto seguito gli approfondimenti del relatore, ha concluso il seminario.