8° seminario
La sharing economy al tempo della globalizzazione
prof. Gianfranco Fabi - Il Sole 24 ore - Radio 24
17 marzo 2017 - UMG Catanzaro
La sharing economy (o “economia della condivisione”), esprime un fenomeno che si riconosce in molti settori, che può essere riguardato e studiato da diverse angolazioni. La sua definizione non è ancora chiara e condivisa, anche se è usualmente ricollegata a Jeremy Rifkin, e alla sua idea che “l’accesso” conta più dei titoli di proprietà. Un altro studioso è Arun Sundararajan, docente alla Stern School of Business della New York University. In via di larga massima possiamo dividere l’economia collaborativa nei quattro settori dei finanziamenti, della produzione (es. GNU/Linux, l’open hardware Arduino), dell’apprendimento (es. SkillShare, Wikipedia) e del consumo collaborativo (es. BlaBlacar, Airbnb, HomeExchange.com, Ebay, ecc.). Si stima che solo in Europa il mercato della sharing economy si aggiri intorno ai 28 milioni di euro, che diventeranno 570 in meno di 10 anni (stima PWC). In Italia il giro d’affari del 2015 è stato invece di 3,5 milIiardi, che potrebbero diventare anche 25 nel giro di 5 anni (stima Sole 24 ore).
Sotto altro profilo, la sharing economy può comunque considerarsi alla stregua di molte delle più importanti istituzioni sociali (come ad esempio la moneta, il linguaggio, le città, il mercato, ecc.), che rappresentano un prodotto non previsto e non programmato dell’interazione sociale, formatasi spontaneamente nel processo di mercato. Essa si è rapidamente diffusa in ogni parte del pianeta, raggiungendo e coinvolgendo, anche a molta distanza, persone, ambienti, luoghi, beni e servizi: una cosa impensabile solo qualche anno fa, ma che ora è stata resa possibile dalla tecnologia del nostro tempo e da quel fenomeno che è la globalizzazione. In sostanza, la sharing economy è una nuova dimensione economica che applica i più moderni strumenti di gestione informatica a dimensioni tradizionali: quelle del prestito, dell'affitto, del noleggio che non sono certamente una novità e anzi sono modalità vecchie quanto il mercato. Che cosa cambia? Cambiano la potenzialità del sistema, la vastità della sua estensione, le potenzialità che possono essere sfruttare. Se è vero che il principio della proprietà privata è uno dei capisaldi essenziali di una società libera, è altrettanto vero che la sharing economy esalta e non deprime la proprietà. Peraltro noi usiamo la sharing economy anche a nostra insaputa: lo facciamo quando utilizziamo una camera d'albergo, quando pranziamo al ristorante, quando prendiamo un taxi. Utilizziamo un servizio e utilizziamo un bene senza esserne proprietari. Ecco quindi che se per utilizzare un bene non è obbligatorio che avere la proprietà questo vuol dire che con la stessa ricchezza possiamo avere molti più beni e quindi siamo più liberi. La rivoluzione tecnologica peraltro rende più efficiente il mercato: in pochi secondi possiamo confrontare i prezzi di una camera di albergo, localizzare l'automobile più vicina da utilizzare anche solo per un breve spostamento, trovare una postazione d'ufficio anche solo per un'ora al giorno. E tanti altri esempi. La sharing economy può aumentare il benessere anche senza far crescere il pil e per questo costringe a mandare in soffitta tanti vecchi parametri economici.
Il prof. Gianfranco Fabi nato nel 1948 a Cittadella (Padova), si è laureato nel '72 in Scienze Politiche ed Economiche all'Università degli studi di Milano. Dal tale anno al 1979 ha collaborato come giornalista al “Giornale del Popolo” di Lugano. Nel 1979 è entrato al Sole 24 Ore come redattore al settore finanza e poi ha ricoperto vari incarichi tra cui la responsabilità dei settori “Commenti” ed “Economia italiana”. Vicedirettore del settimanale “Mondo Economico” dal 1987 al 1990. Dal 1991 vicedirettore del “Sole-24 Ore” e dal 2001 al luglio 2009 vicedirettore vicario. Da ottobre 2008 a luglio 2010 direttore di Radio 24. Ora giornalista indipendente. Collabora con Il Sole 24 Ore, e Radio 24 e varie testate online. Ha insegnato “Economia per il giornalismo” al Master di Comunicazione dell'Università Cattolica e ora è docente di “Tecniche e scenari dell'informazione economica” all'Università Carlo Cattaneo di Castellanza. Il 27 agosto 2010 ha ricevuto a Soverato il Premio Internazionale Liber@mente.