9° seminario
La sharing economy al tempo della globalizzazione
prof. Giampaolo Garzarelli - Università La Sapienza di Roma
24 marzo 2017 - UMG Catanzaro
Il mercato è considerato come un'istituzione sociale decentrata dove c'è concorrenza – intesa qui come rivalità attiva – tra gli agenti che lo compongono. Attraverso la sua natura competitiva, esso svolge tre funzioni sociali fondamentali che possono essere così sintetizzate: coordinamento di conoscenza dispersa, scoperta di nuova conoscenza e allineamento degli incentivi. La Scuola austriaca dell'economia, specialmente Mises e Hayek, ha dato contributi importanti in merito, enfatizzando anche come il mercato sia un'istituzione sociale di natura spontanea (ordine) dove vige la massima libertà individuale, poiché le azioni sono guidate non da autorità ma da prezzi relativi. In altri termini, il mercato è efficiente – coordina conoscenza dispersa, porta alla scoperta di nuova conoscenza e allinea diversi incentivi – in quanto in esso non vi è separazione tra azione e responsabilità individuale.
Una sfida per lo scienziato sociale, specialmente per l'economista, risiede nel rendere lo stato, un'altra istituzione sociale (ma non di origine spontanea come il mercato), più efficiente. Come insegna soprattutto la Scuola delle scelte pubbliche (Public Choice), rendere lo stato più efficiente è un problema molto complesso (homo oeconomicus in ambito politico, ricerca di rendite parassitarie, massimizzazione della probabilità di elezione piuttosto che del benessere sociale, ecc.). In breve, il problema è che lo stato è caratterizzato da costi diffusi e benefici concentrati; questo significa che, al contrario del mercato, un problema basilare dello stato è proprio la separazione tra azione e responsabilità individuale. Una soluzione spesso proposta per risolvere tale separazione è quella di decentrare il settore pubblico. L'idea di fondo è che il decentramento spinge lo stato ad essere più competitivo, approssimando così la natura relativamente più efficiente del mercato. Si pensi al federalismo fiscale.
Ma in che modo le tre funzioni del mercato possono essere “spostate” verso lo stato in modo da rendere quest'ultimo più efficiente? Le teorie economiche contemporanee che tentano di rispondere a questo quesito sono poche, ancora in nuce e, paradossalmente, non tutte provenienti dal pensiero liberale. Tuttavia, è possibile identificare alcuni elementi su cui si possono fondare le basi per una teoria del decentramento del settore pubblico che sia pragmatica, cioè che contenga elementi fattibili e non idealisti per rendere lo stato più efficiente (un punto di vista molto simile al consequentialist libertarianism).
Il prof. Giampaolo Garzarelli è professore aggregato di Scienza delle finanze presso la Sapienza – Università di Roma. È stato Senior Lecturer e poi Associate Professor di economia presso la University of the Witwaterstand, Johannesburg, Sud Africa, lo stesso ateneo dove insegnò per molti anni anche l’economista della Scuola austriaca Ludwig M. Lachmann. In precedenza, è stato anche professore a contratto di economia presso l'Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali su temi di economia delle istituzioni, federalismo fiscale e teoria dell'impresa. I suoi attuali progetti di ricerca si incentrano principalmente sulla policy experimentation in stati federali e su problemi di rischio morale (moral hazard) creati da istituzioni pubbliche che non sono complementari.