7° seminario
Il parassitismo politico - burocratico:
una malattia genetica dello Stato moderno

prof. Alessandro Vitale - Università deli Studi di Milano
5 marzo 2010 - Università Magna Graecia di Catanzaro
Il fenomeno del parassitismo politico è universale ed è sempre esistito. È il vivere alle spalle degli altri, procacciandosi risorse che non prodotte o scambiate, ma conquistate con l’uso potenziale (minaccia) o effettivo della violenza (mezzi politici) ed è quanto di più connaturato all’attività politica e di più diffuso si possa immaginare, ad esempio anche nel comportamento della delinquenza organizzata, fenomeno politico per eccellenza e ‘Stato potenziale’. Tuttavia è la storia recente dell’‘epoca dello Stato’ - culminata nel Novecento, che ha visto un’estensione colossale della ‘sfera pubblica’, dell’interventismo statale nell’economia, della centralizzazione e della burocratizzazione parassitaria – ad aver reso il problema sempre più mostruoso e incontrollabile: qualcosa che sarebbe stato considerato intollerabile e fonte di de-civilizzazione nei secoli precedenti. Un sempre più esteso strato di fruitori di tasse, i tax-consumers, ha scoperto una miriade di modi per vivere alle spalle dei tax-payers – i reali produttori di risorse - inventando migliaia di formule di legittimazione, geniali e fantasiose, con le quali rendere irriconoscibile la realtà del parassitismo, facendo apparire un’attività predatoria e improduttiva come produttiva, giusta e necessaria. Così la vita civile e produttiva è sempre più compressa in una soffocante gabbia d’acciaio, mentre caste che si servono del monopolio e della minaccia della violenza legittima (sul piano interno e internazionale) riescono a disporre di sterminate risorse - a fronte di un impoverimento sempre più diffuso - dilapidate in mille canali di spreco e in favori politici fatti di paghe e di rendite garantite. La proliferazione burocratica e il parassitismo politico hanno assunto queste colossali dimensioni nello Stato moderno e contemporaneo proprio grazie alla strutturale monopolizzazione, centralizzazione e spropositata crescita del potere statale - alle quali il Costituzionalismo liberale non è riuscito ad opporre freni efficaci - creando problemi sempre più gravi e distruttivi per la convivenza civile e la prosperità economica, al punto da far temere un autentico collasso di civiltà, del tipo di quelli già avvenuti in passato.
Il prof. Alessandro Vitale si è laureato e ha conseguito la specializzazione post-laurea presso l’Università Cattolica e in seguito il Dottorato in Relazioni Internazionali nell’Università degli Studi di Milano. Insegna Analisi della Politica Estera alla Facoltà di Scienze Politiche, è membro del Dottorato in Studi Politici e del Master in Studi Internazionali dell’Ateneo milanese. Ha insegnato nelle Università Cattolica, Bocconi, di Cracovia, di Novosibirsk, di Ekaterinburg. A lungo ricercatore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), della Fondazione per un’Italia Federale (di G. Miglio) e del Non Governmental Peace Strategies Project (Torino-New York-Ginevra), free lance correspondent di Radio Free Europe/Radio Liberty (Praga), ha lavorato con Ettore Mo in Russia per il Corriere della Sera. Ha pubblicato – tra l’altro – I Concetti del Federalismo (1995, con L. M. Bassani e W. H. Stewart), L’Unificazione impossibile (2000), El Primer Israel (Buenos Aires, 2007), La Russia postimperiale. La tentazione di potenza (2009, con G. Romeo) e lo studio Il parassitismo politico (2009). Suoi lavori sono apparsi in Croazia, Polonia, Russia, Gran Bretagna, Svizzera, Slovenia, Argentina.