1° seminario - lectio magistralis
La tradizione liberale italiana: Bruno Leoni, 50 anni dopo
prof. Lorenzo Infantino - Luiss "Guido Carli" - Roma
27 gennaio 2017 - Amministrazione Provinciale di Catanzaro
Bruno Leoni è una delle nostre poche figure di cultura internazionale vissute nel secondo dopoguerra. Ciò che ha dato alla sua vita un profondo radicamento intellettuale è stata la sua intensa partecipazione all’attività della Mont Pèlerin Society, l’«accademia internazionale di filosofia politica», fondata nel 1947 da Friedrich A. von Hayek. Quell’associazione è stata per Leoni un costante punto di riferimento e un mezzo attraverso cui canalizzare la sua straordinaria energia.
Sempre pronto a immettere nuove forze nella cultura liberale, Hayek ha saputo ben apprezzare il contributo di idee (e di capacità organizzative), di cui lo studioso italiano è stato capace. Leoni ha in particolare compreso che la libertà individuale di scelta è soprattutto un concetto giuridico. E ha rimproverato a molti economisti l’erronea attitudine con cui si sono accostati allo studio dei fenomeni di mercato. Prim’ancora che un’istituzione economica, il mercato è un’istituzione giuridica. Infatti, delimitando i confini fra le azioni, il diritto rende possibile la compatibilità delle scelte individuali, costituisce cioè l’habitat normativo della cooperazione sociale volontaria.
Ecco perché «ogni atto economico è [… contestualmente] un atto giuridico». Di qui la netta distinzione, continuamente enfatizzata da Leoni (e pure da Hayek), fra diritto e legislazione. Il primo è costituito da norme generali e astratte, che sono il portato dell’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge. La legislazione è invece il risultato di variabili accordi parlamentari, che favoriscono di volta in volta i gruppi sociali contigui al potere politico. Essa è pertanto lo strumento dell’intervento attuato a scapito dell’attività economica posta in essere tramite la cooperazione sociale volontaria. Ciò significa che maggiore è la produzione legislativa e maggiore e l’interferenza politica nella vita dei cittadini, cioè la manomissione della libertà individuale di scelta.
Si passa così dal “governo della legge” al “governo degli uomini”. I cittadini sono continuamente esposti all’arbitrio dei governanti. Non c’è più certezza del diritto. I confini fra le azioni vengono continuamente violati da interferenze non prevedibili. E i soccombenti accettano la situazione solo perché pensano di poter a loro volta ottenere dalla politica privilegi ancora maggiori. Si istituzionalizza in tal modo una generalizzata corsa al favore politico, che produce gregarismo, corruzione, dilapidazione delle risorse, caduta della produttività. Il pensiero di Leoni si colloca nell’alveo del liberalismo più cristallino. La sua prematura scomparsa ha impedito che egli potesse svolgere quel magistero di cui avrebbero avuto bisogno le generazioni successive. A ciò si aggiunga che l’opera più significativa di Leoni, La libertà e la legge, apparsa in inglese nel 1961, è stata pubblicata in italiano con trenta anni di ritardo.
Il prof. Lorenzo Infantino presidente della Fondazione Hayek Italia, è titolare della cattedra di Filosofia delle Scienze Sociali nella Facoltà di Economia della LUISS Guido Carli di Roma. È stato visiting Professor presso la Oxford University, la New York University, la Universidad Rey Juan Carlos di Madrid. È autore di opere tradotte in inglese, spagnolo, russo. Fra esse, si ricordano: L’ordine senza piano (Roma, 1995, 1998, 2008), Ignoranza e libertà (Soveria Mannelli, 1999), Individualismo, mercato e storia delle idee (Soveria Mannelli, 2008), Potere. La dimensione politica dell’azione umana (Soveria Mannelli, 2013). È considerato, a livello internazionale, uno dei maggiori conoscitori della Scuola austriaca di economia. Presso la casa editrice Rubbettino, dirige la collana “Biblioteca Austriaca”, dove sono raccolte le maggiori opere di Carl Menger, Ludwig von Mises, Friedrich A. von Hayek.