5° seminario
La libertà nell'altra Europa. A 20 anni dal crollo dell'URSS
prof. Alessandro Vitale - Università deli Studi di Milano
18 febbraio 2011 - Università Magna Graecia di Catanzaro
 
 
 
Il collasso e lo schianto dell’Unione Sovietica, vent’anni fa, ha segnato una data epocale nella storia. Non si è trattato solo della conclusione della lunga fase di crisi dei regimi ad economia “amministrata”, integralmente statalizzata - il cui impossibile funzionamento era stato scoperto e previsto già negli anni Trenta, sul piano teorico, dai maggiori esponenti della Scuola Austriaca di Economia - ma della fine di un ciclo storico durato secoli. Gli eventi del 1989-‘91 sono stati, infatti, l’espressione del declino di principi basilari (unità, omogeneità, chiusura e autarchia, controllo totale della vita sociale, mai raggiunto in queste forme dai sistemi autocratici del passato) che hanno sorretto e fondato lo Stato moderno, del quale quei regimi (senza reali limitazioni del potere) sono stati la più compiuta e coerente espressione. Inoltre, quel crollo è stato la tappa più eclatante di un più breve processo di contestazione di strutture politiche, burocratiche e produttive rivelatesi ormai, nel XX secolo, mastodontiche e obsolete. Questo processo liberatorio, iniziato negli anni Cinquanta, è esploso in tutto il mondo alla fine degli anni Sessanta ed è ancora all’opera oggi, sospinto da un’aspirazione crescente alla libertà, da una nuova rivoluzione industriale e tecnologica, ma soprattutto dalla sua costante più profonda: l’imponente riscoperta del principio individuale e della sua preminenza su quello collettivo, ossia un rovesciamento epocale rispetto al “secolo dello Stato”, il Novecento. Il 1989-’91 ha rappresentato il punto culminante di questo cambiamento. Il sistema sovietico è collassato per l’impossibilità di reagire alla sua stessa immobilità e obsolescenza, alle imponenti forze libertarie scaturite da una nuova mentalità e dalle potenzialità tecnologiche. La sua contestazione interna, che ha messo in ginocchio il potere politico, è maturata con la straordinaria esperienza del Dissenso, sviluppatasi su una lunga tradizione di pensiero, basata sul principio della libertà politica, ma anche sulla riscoperta spontanea della giustizia, dei principi del diritto naturale e della dignità della persona, di fronte al Leviatano statale, resosi nel secolo scorso responsabile di distruzioni immani, soprattutto e non a caso in quei regimi. .
 
Il prof. Alessandro Vitale si è laureato e ha conseguito la specializzazione post-laurea presso l’Università Cattolica e in seguito il Dottorato in Relazioni Internazionali nell’Università degli Studi di Milano. Insegna Analisi della Politica Estera alla Facoltà di Scienze Politiche, è membro del Dottorato in Studi Politici e del Master in Studi Internazionali dell’Ateneo milanese. Ha insegnato nelle Università Cattolica, Bocconi, di Cracovia, di Novosibirsk, di Ekaterinburg. A lungo ricercatore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), della Fondazione per un’Italia Federale (di G. Miglio) e del Non Governmental Peace Strategies Project (Torino-New York-Ginevra), free lance correspondent di Radio Free Europe/Radio Liberty (Praga), ha lavorato con Ettore Mo in Russia per il Corriere della Sera. Ha pubblicato – tra l’altro – I Concetti del Federalismo (1995, con L. M. Bassani e W. H. Stewart), L’Unificazione impossibile (2000), El Primer Israel (Buenos Aires, 2007), La Russia postimperiale. (2009, con G. Romeo) e L’Europa oltre le Frontiere dell’Unione (2010). Suoi lavori sono apparsi in Croazia, Polonia, Russia, Gran Bretagna, Svizzera, Slovenia, Argentina. Il 27 agosto 2010, a Soverato, ha ricevuto il Premio Internazionale Liber@mente).