2° seminario
3 febbraio 2012 - Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro

“Il liberalismo e il problema dello Stato”, è il tema che il prof. Carlo Lottieri, dell’Università degli Studi di Siena, ha trattato al 2° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2012 - IV Edizione di Catanzaro, che si è svolto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
Nell’introdurre il seminario, Sandro Scoppa, presidente della fondazione organizzatrice, ha evidenziato che quello dello Stato è uno dei problemi di maggiore importanza che da lungo tempo affrontano i pensatori liberali. Esso è anche un problema dell’attuale società complessa, contraddistinta dal ruolo primario della selezione critica e dalla competizione, nella quale lo Stato, attraverso un interventismo sempre più esteso e pervasivo, è diventato uno Stato Massimo.
Il prof. Lottieri ha poi svolto la sua approfondita relazione esaminando quella forma particolare di potere che è lo Stato moderno, un’entità che si è sviluppata alla fine del Medio Evo, dopo che l’ordine giuridico pluralistico di quell’età è stato soppiantato da un’istituzione di tipo nuovo: centralizzata, territoriale, perpetua, sovrana. Lo stesso relatore ha poi evidenziato come lo Stato si è autorappresentato quale interprete di un potere libero da ogni vincolo e irresistibile, che assorbe sempre di più al suo interno la società e limita oltremodo la libertà individuale. Per poter fare questo - ha quindi rilevato il prof. Lottieri - lo Stato ha rivendicato una legittimazione di carattere sacrale, prima utilizzando strumentalmente la fede cristiana e poi prospettandosi esso stesso come fonte autentica di salvezza. Di fronte alla questione del potere, il pensiero liberale - ha infine concluso il relatore - ha prospettato diverse soluzioni. Una di queste è l’adozione di costituzioni, che vincolino i governanti. Tale soluzione si è dimostrata insufficiente, in quanto le costituzioni contemporanee organizzano il potere piuttosto che limitarlo. È allora auspicabile percorrere la strada della competizione tra ordinamenti, che può creare la concorrenza anche nella gestione della cosa pubblica.